Questo è un periodo in cui sono molto attratto dalle notizie che in qualche modo contribuiscono a risvegliare l'orgoglio italiano.
Nel precedente articolo, ad esempio, ho parlato della bella iniziativa dell'Oratorio Luigi Molina di Biumo Inferiore e ieri, tra una notizia e l'altra la mia attenzione è stata richiamata da un argomento che negli ultimi anni è divenuto una mia passone: il vino.
UN GUSTO RECENTE
Non sono mai stato un bevitore di vino ma improvvisamente ho scoperto il gusto e ciò che si raccoglie dietro un vino tanto che mi ero ripromesso di fare un bel tour nelle migliori cantine italiane, tour per forza di cose annullato per colpa di questa maledetta pandemia.
Così vi porto a conoscenza di quella che a mio modesto parere è una importante iniziativa al riguardo.
Ascoltando la radio ho appreso che presto i vini italiani saranno tutti contraddistinti da un logo nazionale, logo che sarà la parte finale di un processo che porterà le aziende ad essere sostenibili.
A spiegare la cosa era Paolo Castelletti, segretario generale dell'Unione italiana vini che affermava che per la prima volta in Europa ci sarà una una norma pubblica a disciplinare la sostenibilità economica, ambientale e sociale delle produzioni del vino.
Cosa che ritengo assolutamente importante e non trascurabile è che all'interno di questo processo di classificazione ci sarà anche un'attenta valutazione di carattere etico rivolta a come le aziende impiegano i propri dipendenti.
Ma come funzionerà tutto questo? Da ciò che ho appreso, ci sarà un logo unico nel suo genere ma soprattutto di natura pubblica e non privata. Da parte loro le aziende contano di avere un ritorno di immagine.
Questa nuova normativa prevede il "controllo" (tramite un insieme di enti abilitati) e la disciplina degli agricoltori nell'uso di fitofarmaci ed altro nel percorso che va dalla vigna fino ad arrivare alla cantina.
QUALCOSA DI PUBBLICO
E' importante sottolineare che si parla di qualcosa di "pubblico" perché in realtà esistono già, nel privato, iniziative simili ma che non possono fregiarsi di un logo pubblico che possa essere promosso a livello internazionale con il conseguente rischio di investire tanto ma senza avere vantaggi di alcun genere.
In questo modo, invece, il logo pubblico, sarà a disposizione delle aziende certificate come sostenibili e sarà «promozionato» dal pubblico.
Tutto questo sistema sarà implementato in corso d'opera, ad esempio con l'inserimento all'interno di esso di "indicatori" capaci di quantificare l'impronta carbonica e idrica. Successivamente saranno misurate le attività che causeranno le emissioni di CO2 e il consumo d'acqua.
Per andare a pieno regime sarà importante che le aziende siano in possesso di software molto evoluti e per questo costosi; proprio per questo sarà necessario del tempo.
Gli ideatori di questo logo sono convinti che i consumatori (tendenzialmente un po' come accade nel settore biologico) saranno disposti a pagare qualcosina i più a fronte della sostenibilità economica, sociale e ambientale che sarà garantita dalle aziende contraddistinte da questo logo.
Già la vendemmia del 2021 dovrebbe essere la prima ad avere questi vini "certificati".
Altra cosa che ritengo fondamentale per il consumatore è che il dettaglio degli "ingredienti" contenuti all'interno di un vino si potrà consultare tramite un codice QR contenente tutte le informazioni.
Insomma è in procinto di partire un progetto ambizioso, in corsa con i tempi e che, nel tempo, porterà i vini italiani ancor di più a fregiarsi di prestigio a livello internazionale.
Commenti
Posta un commento