Roma, 6 aprile 2009.
Sono le 03:32 e improvvisamente io e mia moglie veniamo svegliati da un rumore e da un tremolio. Neanche il tempo di alzarsi che pian piano il tutto scema.
Dopo qualche minuto di tensione, riusciamo, comunque a rimetterci al letto e riprendere sonno, consapevoli che la scossa appena avvertita è stata davvero forte.
LA NOTIZIA SCONVOLGENTE
Roma, 6 aprile 2009 - ore 07:00
Entro in auto per recarmi in ufficio e come mia abitudine accendo la radio per ascoltare il notiziario.
Subito capisco che il terremoto della notte ha causato un disastro a L'Aquila e dintorni.
Nelle ore successive tutta Italia vive col fiato sospeso le immagini che provengono in diretta da quei posti.
Per tutta la giornata del 6 si susseguono numerose scosse di assestamento, una delle quali nel tardo pomeriggio rischia di far cadere una gru che era intenta a mettere in sicurezza una chiesa.
Nel nostro piccolo io ed i miei amici decidiamo di metterci al lavoro per cercare di fare qualcosa di utile così ognuno di noi organizza una raccolta presso il proprio lavoro e altro.
Venerdì 10 aprile 2009
Io ed i miei amici ci raduniamo al garage di uno di noi e cominciamo a caricare il furgone che molto gentilmente la mia azienda ci ha concesso.
Sabato 11 aprile 2009
Sveglia alle ore 05:00 - Destinazione L'Aquila.
Grazie a Flavio, un mio vecchio compagno di banco di scuola, ora finanziare proprio a L'Aquila, veniamo ricevuti subito dopo il casello de L'Aquila ovest e scortati per girare nel territorio.
Troppo facile portare il nostro piccolo contributo nel centro città : il nostro obiettivo, contestualmente alla praticità della cosa e al parere della Finanza che ci scortava, era quello di raggiungere i paesini nell'entroterra, quelli più difficili da raggiungere e meno "pubblicizzati" a livello mediatico.
Così cominciammo a girare intorno a L'Aquila e più ci addentravamo nel territorio più sentivamo l'angoscia salirci addosso.
La cosa che mi colpì fu vedere i danni ingenti anche nelle strutture di costruzione recente, il che mi fece percepire in maniera netta la forza della scossa avvertita sul posto.
Ad ogni chilometro percorso il nostro paesaggio si "arricchiva" sempre più di scenari tipo le foto sotto:
con case totalmente rase al suolo
parzialmente danneggiate
pericolosamente "crepate"
Girovagando nell'entroterra aquilano la nostra attenzione fu richiamata da una piccola frazione, distante circa 7 chilometri dal capoluogo: Bagno.
Bagno è un paesino sito ai piedi del gruppo montuoso di Monte Ocre-Monte Cagno, a sud-est della Conca aquilana.
Bagno ha subito molti danni perdendo quattro cittadini bagnaresi oltre che il minuto centro storico, distrutto in quasi tutta la sua totalità . Molte chiese sono state lesionate, altre sono crollate come la chiesa della Madonna delle Grazie.
Appena raggiunta questa località mi colpì una cosa incredibile causata dal sisma: un palazzo si era talmente dissestato che una parte di esso era scivolata all'indietro, come mostra questa foto che scattai quel giorno:
Ci ritrovammo in una piccola piazzetta e poco dopo fummo accolti da alcune persone che uscivano da alcuni stand montati li vicino.Avevano perso tutto, in primis le loro case e già da cinque giorni vivevano in queste tende adibite a stanze e camere da letto.
Di loro una cosa mi colpì principalmente fino a conquistarmi: la positività e comunque il sorriso.
Io ed i miei amici decidemmo che quello era il posto giusto per la consegna:
Per riconoscenza ci obbligarono a restare a pranzo con loro, offrendoci quello che potevano: non potemmo esitare dall'accettare.
Dopo aver mangiato e fatto conoscenza più approfondita, prima di andare via decidemmo di dargli una mano nel cercare di recuperare più cose possibili dalle loro abitazioni, rischiando anche un po' ma troppo coinvolti nel volerli aiutare per pensare ad altro.Così in maniera arrangiata ci mettemmo dei caschetti rimediati alla buona e ci incamminammo all'interno dei palazzi.
Sono sincero: ciò che mi ritrovai davanti mi bloccò per un attimo le gambe.
Aprimmo il portone del palazzo e la prima cosa che mi colpì fu un pilastro così ridotto:
ci facemmo coraggio e salimmo ai piani superiori:
Non vi nascondo che eravamo attenti ad ogni minimo rumore o "scricchiolio" oltre che stare attenti a dove mettevamo i piedi ad ogni nostro passo.
Uno dei padroni di casa ci fece strada e ci fece entrare nella propria abitazione.Vi giuro che anche adesso, mentre scrivo questo articolo, nel rivedere queste immagini avverto dei brividi forti:
Delle scene che ci ritrovammo mi colpì l'idea della quotidianità di tutti i giorni drammaticamente interrotta dal terremoto in quel preciso momento...
a cominciare da un semplice carrello della frutta portato fino al centro della cucina.Per fortuna andò tutto bene e recuperammo più roba possibile.
Ci congedammo dai nostri nuovi amici con la promessa che saremmo ritornati.
Nel viaggio di ritorno, prima di riprendere l'autostrada, trovammo quanto segue:
Mantenemmo la promessa andando a trovare più volte i nostri amici di Bagno e riuscendo anche ad organizzare una raccolta ancor più grande.
I miei ex colleghi di una nota ditta di consegne mi misero addirittura a disposizione un bilico che riuscimmo a riempire tutto e che portammo in consegna grazie alla preziosa scorta del mio amico finanziere.
Il terremoto delle ore 3:32 del 6 aprile 2009 fu quantificato come magnitudo 6.3 e causò la morte di ben 309 persone, 1600 feriti e circa 80.000 sfollati.
Quella credo di poter dire che è stata tra le mie esperienze più forti e toccanti, un'esperienza che ho voluto raccontare in questo mio blog perché di una cosa son certo: non bisogna mai dimenticare.
Ci tiene a raccontare la sua esperienza di allora anche il mio amico Flaviano: "Il giorno dopo il terremoto ho pensato che dovevamo fare qualcosa per aiutare gli amici abruzzesi quindi ho chiamato i miei amici per cercare di organizzare qualcosa. Da quel momento partì una macchina solidale che mai avrei immaginato potesse arrivare a tanto. Tramite il lavoro di un amico riuscimmo ad avere anche i mezzi di trasporto. Recuperammo molte paia di scarpe nuove donate dal nostro medico di fiducia, abbigliamento dato dai miei colleghi di lavoro e addirittura scatole di uova di cioccolato. Insomma in poco tempo organizzammo una cosa che non mi sarei mai aspettato. Ricordo bene il giorno dell'arrivo all'Aquila. Appena usciti dall'autostrada, nel vedere quei palazzi sventrati, case crollate e macerie dappertutto mi si strinse il cuore. Tra le emozioni più forti che mi ha regalato quell'esperienza c'è quella dell'incontro con un bambino al quale donai un uovo di cioccolato ed una carezza, ricordo che una volta risaliti sul furgone ci lasciammo andare ad un pianto di sfogo che fino a quel momento avevamo trattenuto dentro. Come non ricordare i cittadini di Bagno, che nonostante tutto, ci accolsero come amici, invitandoci a mangiare con loro. Insomma ci sarebbe troppo da raccontare di quella esperienza davvero molto toccante".
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