In maniera neanche troppo velata l'OMS ha rimproverato l'Italia e tutti i paesi europei di avere iniziato la corsa all'abolizione delle norme restrittive in maniera troppo frettolosa.
Ricordiamo che in Italia il 31 marzo terminerà lo stato d'emergenza e, gradualmente, verranno abolite le mascherine, anche all'interno degli ambienti chiusi.
Onestamente i numeri attuali dei contagi del coronavirus non porterebbero ad avvalorare tale decisione da parte del nostro governo e, a confermare questo, appunto, c'è il "rimprovero" giunto dall'OMS.
Evidentemente la forte percentuale di vaccinati ha ridotto di molto l'incidenza in termini di mortalità rispetto al numero dei contaggi e, proprio questo, potrebbe aver spinto il governo a percorrere questa strada.
RISERVA
Io, però, nel mio piccolo, una riserva me la tengo ed ho la strana sensazione che prima del termine di questo mese qualche novità in merito ad una parziale marcia indietro, possa maturare.
L'onda mediatica legata, purtroppo, alla guerra in Ucraina ha fatto passare prepotentemente in secondo piano il discorso legato al covid ma la battaglia contro questo male invisibile è tutt'altro che finita e, come giustamente consiglia l'OMS, forse, sarebbe più opportuno agire con più gradualità .
In termini numerici il bollettino di ieri ha fatto registrare la triplicazione dei casi: 96.365 con 197 morti ed un tasso di positività che sale al 15%.
Unica nota positiva il calo dei ricoveri nelle terapie intensive: -8 rispetto al giorno precedente.
I dati odierni, invece, fanno registrare 76.260 nuovi contagi e 153 morti.
Detto ciò, forse, è il caso di andare un po' meno di corsa e, non a caso, le parole del ministro Speranza di oggi ("Tenere le mascherine al chiuso") sembrano andare in questa direzione.
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