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Uno sfogo accorato

contadino


La storia di cui voglio parlare oggi mi ha profondamente colpito per tanti motivi.
Il primo di essi è che è ambientata nel posto che più amo ossia la mia Terracina, il secondo motivo per il quale sono rimasto colpito è perché si parla di terra ma di "terra" nel nel senso buono della parola di quella terra della quale ci si sporca le mani per lavorare e per guadagnarsi da vivere.
Questa storia e anche la certificazione di quanto, se usati correttamente e con la testa, i social possono essere utili fino al punto da regalarti conoscenze meravigliose.
Questa è la storia di Valerio Varrone.
Prima di scrivere questo articolo, chiaramente, ho contattato telefonicamente Valerio ed ho avuto la conferma dalle sue parole e, dal suo modo semplice ma molto educato di parlare, di che persona meravigliosa fosse, cosa che onestamente avevo già intuito seguendolo sui suoi social.
Ma partiamo con ordine e di seguito ecco quanto aveva scritto nel corso del suo sfogo qualche giorno fa sui social:

"Agonia di un agricoltore! 
Oppure agricoltura agonizzante... siamo arrivati alla frutta...
Anche avendo avuto, negli anni precedenti, occasione e modo di cambiare professione, sono rimasto ancorato alle mie radici, alla mia terra, alle mie piante, al benessere spirituale che la cura di esse mi da. 
Il raccogliere un frutto direttamente dalla pianta, e gustarlo, è una gioia infinita.
Ricevere  complimenti da amici e clienti non ha prezzo, contribuisce a farti sentire meno le fatiche, i sacrifici e la mancanza di tempo libero.
Siamo andati avanti ma piano piano è iniziato il declino tra gestione della manodopera, costi di esercizio, mercati impazziti, burocrazia e soprattutto uno Stato che non ha mai intrapreso logiche di politica agricola seria.
Tutto questo ha fatto sì che oramai siamo diventati una vacca da mungere a cui tutti si attaccano.
I nostri prodotti, malgrado in tanti si riempiono la bocca del famigerato "made in Italy" vengono penalizzati dalla concorrenza a basso costo che arriva dall'estero, portati sui mercati a prezzi altissimi e pagati a noi pochi centesimi mentre mercanti, speculatori e arraffoni si ingrassano sulle nostre spalle.
A questo aggiungo i costi di esercizio raddoppiati, quando dice bene, perché per il più delle volte sono anche triplicati o quadruplicati.
Altro discorso doloroso è legato al non poter far fronte agli adeguamenti degli stipendi della manodopera perché non c'è più margine e questa cosa vale per tutte le categorie, piccole attività, piccoli artigiani...ma soprattutto vale per gli ONESTI perché chi non lo è riesce ad andare avanti con sotterfugi, escamotage ed altro...
Noi, onesti lavoratori, invece, dobbiamo sottostare a leggi di mercato "drogato" e finto!
Quando tutto questo finirà (perché purtroppo un giorno finirà) andrete tutti al supermercato ad acquistare ottimi prodotti spagnoli, salutari olii marocchini, eccellente grano canadese mentre noi piccoli contadini ci consoleremo con un nostro frutto appena raccolto dall'albero."

Come avete potuto leggere si tratta di uno sfogo accorato, sentito, e la cosa che più mi ha colpito è vedere come fosse amareggiato e quasi "spento" nel suo solito entusiasmo, un contadino che ogni giorno mi trasmetteva amore per la propria professione ma soprattutto amore e rispetto per la terra.
Come scritto sopra ci siamo sentiti telefonicamente ed insieme abbiamo parlato di questa problematica e di questa situazione che lo riguarda da molto vicino.
Questa è una storia che chiaramente coinvolge tanti agricoltori e nel mio piccolo ci tenevo a sensibilizzare voi lettori nel mostrare attenzione profonda verso questa problematica che, non dimentichiamolo, riguarda tutti noi ed il nostro vivere quotidiano.
È già, perché è bene ricordare e non dimenticare mai che se si fa finta che se si voltano le spalle verso problemi che non ci riguardano in prima persona presto potremmo trovarci noi al posto di loro e non rimanere sorpresi dal medesimo comportamento.
Un grazie di cuore a Valerio per avermi permesso di parlare della sua storia.
...La mia amata Terracina non smette mai di sorprendermi, regalandomi sempre meravigliose cose nuove come, ad esempio, la conoscenza di questa persona meravigliosa. 
Tutti noi siamo Valerio!

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