Con l'avanzare dell'uso della tecnologia ed i conseguenti acquisti online, hanno preso sempre più piede le recensioni, ossia dei giudizi di acquirenti che hanno usufruito di un determinato servizio o prodotto.
Con il passare del tempo le recensioni hanno assunto un valore sempre più determinante e influente nella guida agli acquisti.
In Italia, purtroppo, si sta espandendo a macchia d'olio una nuova "attività " ossia quella del creare recensioni false che vadano a danneggiare un determinato venditore.
A tal proposito il gigante Amazon ha deciso di correre ai ripari e proprio in Italia ha deciso di avanzare la prima denuncia penale (la prima in europea).
Tali azioni, annuncia Amazon:
"Mirano a individuare e bloccare gli operatori che attualmente gestiscono più di 11.000 siti web e gruppi social che alimentano il mercato delle false recensioni su Amazon e in altri negozi online in cambio di denaro o prodotti gratuiti. Assicurare questi malfattori alla giustizia attraverso azioni legali e denunce penali è una tra le tante iniziative importanti con cui proteggiamo i clienti affinché possano fare acquisti in tutta tranquillità . Oltre a continuare a innovare i nostri sistemi di rilevamento e prevenzione delle recensioni false nel nostro store, Amazon continuerà in modo implacabile a individuare i malfattori che alimentano questo mercato e ad agire contro di essi. Non c’è posto per le recensioni false su Amazon o altrove nel settore».
A quanto pare, in Italia, ci sono vere e proprie organizzazioni che mirano a creare recensioni false.
Al fianco del colosso si è subito allineato anche Altroconsumo.
«Da tempo denunciamo la crescita delle recensioni abusive, quelle cioè promosse da soggetti che promettono un vantaggio economico in cambio di giudizi positivi, ingannando i consumatori in buona fede. Non possiamo quindi che apprezzare l'iniziativa annunciata oggi da Amazon con l'avvio nel nostro Paese dell'azione penale contro uno dei principali broker di recensioni false. Già nel 2019, con una nostra indagine, svolta a livello europeo, avevamo messo in luce il tema chiamando in causa varie piattaforme affinché contrastassero questi illeciti. Il nostro impegno a tutela dei consumatori non si è mai arrestato in questi anni e, anzi, abbiamo deciso di rilanciarlo con quattro esposti depositati presso le procure di Bologna, Ivrea, Milano e Roma nei confronti dei responsabili di siti internet e gruppi che offrono servizi di boosting, cioè lo scambio di rimborsi in cambio di recensioni positive. Inoltre, per far emergere il fenomeno nella sua interezza, abbiamo inviato una segnalazione all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, chiedendo di fare luce sulla possibile pratica commerciale scorretta sottostante a questa compravendita di recensioni false da parte di professionisti su alcuni siti web, sui social network e su canali Telegram. Auspichiamo che, a partire da queste iniziative indipendenti, organizzazioni di consumatori e piattaforme possano proseguire l’impegno comune per arginare un fenomeno che danneggia tutti».
Insomma, è proprio vero, in Italia non ci facciamo mancare proprio nulla!
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