E' l'indomani del grande trionfo dell'Atalanta di Gasperini.
Andando contro ogni pronostico (e questa resterà sempre la cosa più bella di questo sport dove nulla è scontato) i bergamaschi battono largamente l'armata invincibile del Bayern Leverkusen di Xaby Alonso, squadra arrivata imbattuta da oltre un anno tra campionato e coppe.
Ma quello al quale ho assistito ieri è un qualcosa di clamoroso per diversi motivi.
Un conto è sovvertire un pronostico andando a sorprendere l'avversario, un altro conto è scardinare un pronostico andando a dominare largamente uno squadrone del calibro del Bayern "massacrandolo" sotto tutti i punti di vista, in ogni zona del campo, all'insegna di una intensità che definire fuori dal comune è, a mio modesto parere, anche riduttivo.
A memoria, nei miei quasi 50 anni di vita, non ricordo una cosa del genere in cui una squadra ha condizione e fiato per correre incessantemente dal primo all'ultimo minuto di gioco, togliendo il fiato ed il tempo di ragionamento ad un avversario che è rimasto annichilito davanti a tanta forza e prepotenza atletica e fisica.
L'Atalanta vince strameritatamene (non dimentichiamo quello che è stata capace di fare in casa del Liverpool...) l'Europa League ed è la prima squadra italiana a vincerla da quando ha preso questo nome.
Ma quello che maggiormente dobbiamo domandarci all'indomani di questo incredibile trionfo che resterà nella storia del nostro calcio, è come è nata questa meravigliosa creatura chiamata Atalanta.
Nasce tutto 8 anni fa quando Percassi decise di affidare la guida tecnica a Gasperini, un Gasperini che già a Genova, ad esempio, aveva fatto intravedere quella che era la sua idea di calcio, assolutamente moderna ed innovativa.
Il calcio di Gasp è fatto di atletismo allo stato puro, di grandissima intensità (quindi dispendio enorme di energia) ma soprattutto di un duello costante a tutto campo all'insegna "dell'uno contro uno" con ogni avversario che calpesta il rettangolo verde.
Ma oltre questo (ed il merito non può andare anche alla meticolosa cura della preparazione e quindi della condizione atletica) secondo me il vero punto di forza di Gasperini è quello di riuscire a far capire alla sua rosa che ogni partita inizia con 11 titolati ma in realtà ogni partita è giocata da tutta la panchina (anche)... e già, perché un tale dispendio di energie in campo, se lo si vuole mantenere costante fino alla fine, necessità per forza di cose, di innesti nel corso del match, da fare al momento giusto.
E così, su una rosa di 26 giocatori, tutti coloro che ne fanno parte sanno che possono essere chiamati in causa all'interno di una partita.
Oltre questo, e concludo, c'è l'aspetto psicologico del saper gestire un gruppo.
Nel pre partita di ieri mi hanno colpito molto le parole di Ruggeri (bergamasco doc) che dichiarava di esser pronto alla battaglia ma allo stesso tempo di godersi l'attesa senza farsi troppo coinvolgere dalla situazione per non perdere energie mentali e lucidità.
Ecco, l'Atalanta di Gasperini e Percassi è il mix vincente, perfetto: atletismo, intensità estrema e forza mentale.
L'Atalanta di Gasperini viaggia veloce verso il futuro perché questo è il calcio del 2024, solo così si è capaci di scardinare pronostici che ti danno per sconfitto.
Solo applausi.
Manuel
Nello scritto caro Manuel sei ancora più bravo incisivo rigoroso..l atalanta è ormai la mia seconda squadra
RispondiEliminaGrazie mille
EliminaMamma mia Manuel come scrivi bene. Ti faccio i miei più sinceri complimenti. Ora capisco ancora di più perché sei così attento e critico verso il fare comunicazione corretta.
RispondiEliminaComplimenti sinceri.
Grazie mille per le tue belle parole🙏
EliminaUn articolo bellissimo, scritto benissimo,fai un baffo a tutti i giornalisti, comunque complimenti all' Atalanta e grazie per aver onorato l' Italia
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